Malformazione Arterovenosa Occipitale destra

Presentazione clinica 

Giunge alla nostra osservazione una paziente nella IV decade di vita per reperto accidentale di una malformazione arterovenosa documentata da esame di Risonanza Encefalo con Gadolinio (figura 1 - frecce rosse) eseguita per altri motivi. Le immagini radiologiche dimostrano la presenza di un gavocciolo di vasi patologici in corrispondenza del lobo occipitale destro con evidenti vasi di carico proveniente dall’arteria meningea media e l’ a.cerebrale media.

È presente inoltre un grosso collettore venoso che scarica il sangue refluo dalla malformazione nel terzo posteriore seno saggittale superiore (figura 2). Sulla base dei dati clinico radiologici si decide, d’accordo con la paziente, a procedere ad un intervento microneurochirurgico di asportazione della malformazione arterovenosa (MAV) occipitale destra.


Esame obiettivo neurologico 

Nella norma


Intervento chirurgico 

Mediante approccio craniotomico occipitale destro si pratica un opercolo osseo in corrispondenza della MAV esponendo la dura madre che avvolge l’encefalo in corrispondenza della quale è possibile visualizzare uno dei vasi di carico della malformazione proveniente dall’ a.meningea media omolaterale (figura 3). Aperta la dura madre con l’aiuto del microscopio operatorio si espone il nidus della MAV cauterizzandone i vasi di carico. Asportato il nidus si visualizza il grosso collettore venoso, deteso, che si decide di preservare al fine di limitare ulteriori rischi emorragici in considerazione della prossimità del seno saggittale superiore. Suturata la dura madre si riposiziona l’opercolo osseo, fissato a sua volta con placche in titanio. L’intervento ha necessitato una rasatura minima esclusivamente in corrispondenza dell’incisione chirurgica limitando pertanto il discomfort estetico postoperatorio in una giovane donna.


Decorso postoperatorio 

Il decorso operatorio è stato regolare. Una TC encefalo di controllo in prima giornata ha documentato l’assenza di complicanze di natura emorragica. Dopo 24h ore di degenza presso l’unità di terapia intensiva la paziente si alzava dal letto in seconda giornata postoperatoria. Dimissione in quinta giornata. Il controllo di Risonanza Magnetica a un mese ha documentato la completa asportazione della malformazione arterovenosa (figura 4).