L’intervento di derivazione ventricolo peritoneale è la procedura più diffusamente adottata per il trattamento dell’idrocefalo normoteso. Nonostante con il tempo siano state introdotti sistemi di derivazione dotati di valvole sempre più moderne i principi della tecnica originale sono rimasti gli stessi.
Per trattare la dilatazione dei ventricoli cerebrali tipica della condizione di idrocefalo normoteso è necessario prelevare il liquido cefalorachidiano presente in eccesso in queste camere site nelle profondità del cervello facendolo defluire in un distretto corporeo dove venga gradualmente riassorbito. Nel caso della derivazione ventricoloperitoneale, come suggerisce il termine, il distretto scelto è il cavo peritoneale, una grossa tasca anatomica contenente tutti i visceri addominali. Con l’utilizzo di un sistema di cateteri che mette in comunicazione i ventricoli cerebrali con il cavo peritoneale generando un flusso regolato da una valvola di derivazione è possibile trattare i sintomi invalidanti dell’idrocefalo normoteso.
L’intervento si esegue in anestesia generale e dura circa 60 minuti. Tramite una piccola incisione nella regione frontale destra si pratica un foro di piccole dimensioni nella teca cranica (foro craniotomico) introducendo quindi un catetere (catetere prossimale) nel ventricolo cerebrale (corno frontale del ventricolo laterale). Facendolo passare sotto la pelle, il catetere si connette ad una valvola di derivazione posizionata in genere dietro l’orecchio del paziente tramite una seconda piccola incisione cutanea e tarata prima dell’intervento a discrezione dell’operatore. A questo punto un secondo catetere (catetere distale) viene connesso alla valvola e passato sotto la cute verso l’addome. In una regione sita accanto all’ombelico il catetere distale viene approfondito nel cavo peritoneale ancorandolo alla membrana peritoneale con una sutura che ne impedisca la fuoriuscita.
La durata della degenza postoperatoria varia in base alla gravità dei sintomi preoperatori, in particolare al grado di disabilità, autonomia e situazione socio-familiare del paziente. In prima giornata postoperatoria si esegue una Tomografia Computerizzata Cerebrale senza mezzo di contrasto per verificare il corretto posizionamento del catetere ventricolare. La taratura della valvola viene effettuata in occasione dei controlli ambulatoriali in base alle immagini radiologiche e ai sintomi del paziente.
L’intervento di derivazione ventricoloperitoneale è la procedura di scelta per il trattamento dell’idrocefalo normoteso ed è diffusamente adottata in virtù della sua scarsa invasività e, in mani esperte, dagli scarsi rischi di complicanze. L’indicazione all’intervento deve essere supportata da un’adeguata selezione dei casi per assicurare un risultato clinico soddisfacente.
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